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Tutti i segreti della Canapa. Affollatissimi i seminari Cia di Imperia e Sarzana


«La coltivazione della canapa è un'attività interessante e sicuramente in grado di fornire alternative valide alle colture tradizionali, - spiega Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -, ma non è il “biglietto vincente della lotteria”. Come sempre accade, di fronte a novità interessanti e ancora poco note nei dettagli, si sviluppano informazioni imprecise e circolano cifre accattivanti, che dopo una prima verifica, si ridimensionano e, pur confermando il grande interesse e potenziale di questa coltura, la collocano nella giusta dimensione».

Proprio per fornire maggiori delucidazioni su questa nuova possibilità di coltura, nei giorni scorsi Cia Liguria ha organizzato dei seminari informativi a Imperia e Sarzana che hanno riscosso grande interesse e partecipazione.

Coltivazione della canapa: cosa c'è da sapere?

Nel 2016 è stata approvata la legge che disciplina il settore della canapa industriale (Cannabis Sativa). Oggi in Italia è possibile coltivare canapa con un contenuto massimo di Thc certificato dello 0,2%, scegliendo tra le 64 sementi attualmente registrate e autorizzate nell’Unione europea. Esiste tuttavia un problema interpretativo che, di fatto, rende non legale la riproduzione delle piante per talea per una questione di diritti varietali, così come non è chiara la possibilità di ottenere una certificazione valida in caso di acquisto di piante da ricoltivare.

È obbligatorio segnalare la semina entro 30 giorni all'autorità di pubblica sicurezza più prossima, fornendo copia del cartellino del seme autorizzato ed indicazione del luogo in cui la stessa semina è avvenuta. È inoltre importantissimo conservare per 12 mesi copia della fattura d’acquisto del seme e del cartellino. Molto incerti sono invece i dati relativi alla potenzialità economica, al punto da non essere possibile stimare un vero e proprio conto economico della coltivazione, specie per quanto riguarda la tipologia finalizzata ad ottenere le infiorescenze e per quale si è sviluppato l'interesse.

Durante gli incontri organizzati da Cia ed Imperia e Sarzana si sono inoltre evidenziate le azioni da intraprendere per fornire agli agricoltori gli strumenti utili a valutare concretamente se intraprendere o meno la coltivazione della canapa. Queste le prime questioni da risolvere:
  • i sacchi di seme certificato da 25 e 50 kg poco si adattano alle piccole dimensioni dell’entroterra ligure, andrebbe indagata la possibilità di poter dividere le sementi tra più agricoltori, dietro autorizzazione e certificazione delle forze dell’ordine;
  • la legge non consente la riproduzione tramite talee, un limite per un settore di avanguardia come il florovivaismo ligure. Andrebbe normata la possibilità di certificare le piante consentendo al produttore interessato alle infiorescenze di acquistare solo piante femmine (piante da ricoltivare) e contemporaneamente poter differenziare il prodotto da ornamento o da infiorescenza;
  • con il supporto dell’Istituto regionale della Floricoltura sarebbe utile uno studio orientato al nostro territorio dal quale dedurre dati agronomici in funzione della potenziale destinazione finale della pianta;
  • definire un conto di coltivazione per comprendere meglio gli aspetti e le potenzialità economiche della canapa;
  • lavorare ad un disciplinare di produzione capace di valorizzare la produzione di infiorescenze nazionali.
Un ultimo consiglio è quello di assicurarsi un canale commerciale serio prima di procedere alla coltivazione della canapa.

«Questi sono gli elementi importanti per valutare con consapevolezza se intraprendere o meno una coltivazione che, ripetiamo, riteniamo di grandissimo interesse per le nostre aree», conclude Cia Liguria.



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