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L'arte dei muretti a secco dichiarata patrimonio Unesco, Roggerone: «Certificata una tradizione contadina»


Recentemente l'Unesco ha inserito l'arte dei muretti a secco nella sua lista degli elementi immateriali dichiarati patrimonio dell'umanità. «Per chi lavora in campagna i muretti a secco e le fasce fanno parte di un equilibrio che si mantiene di generazione in generazione ovviamente questo riconoscimento "certifica" quello che i contadini vivono da sempre. Per questo sostengo che più che aiuti a pioggia l'agricoltore ha bisogno di essere messo in condizione di continuare a coltivare: se c'è reddito tutto il resto viene da sè». Così Stefano Roggerone, presidente di Cia Imperia, commenta la notizia intervistato da Milena Arnaldi sul Secolo XIX di lunedì 10 dicembre.

«II muretto a secco - continua Roggerone - ha il grande vantaggio di far defluire con facilità l'acqua e la terra "spinge" meno in caso di forti piogge: ce ne siamo accorti durante le ultime alluvioni. E poi si tratta di un intervento non impattante, c'è un riciclo continuo delle pietre. Chi ha un'azienda agricola tiene in ordine le sue fasce, è un'arte che si tramanda di padre in figli. Chi si affida a personale specializzato per rifarli spende circa 100 euro al metro quadrato. Il rifacimento di un muro è un'opera certosina. Occorre togliere le pietre a mano, separarle, piccole, medie e grandi. Bisogna scavare una trincea e ricostruire il muro sasso dopo sasso ed eventualmente il "contromuro" dietro, dove la pietra manca. Le pietre piccole vanno a chiudere le fessure, quelle piatte sono preziose perchè sono meglio del cemento. La terra serve per compattare e riempire gli spazi».

«L'arte del "Dry stone walling" riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull'altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secca - spiega l'Unesco nella motivazione del provvedimento. - Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l'ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l'uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l'applicazione pratica adattata alle particolari condizioni di ogni luogo" in cui viene utilizzata, spiega ancora l'Unesco. I muri a secco, sottolinea l'organizzazione, "svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l'erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l'agricoltura».

(Fonti "Il Secolo XIX ed. Imperia" del 10/12/2018, agenzia Ansa)



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