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Taggiasca Dop: ecco perché i produttori (e non solo) devono essere favorevoli


Lettera aperta di Mirco Mastroianni ed Osvaldo Geddo - presidente e direttore di Cia Savona - ai colleghi olivicoltori per sensibilizzarli sull'importanza di tutelare il patrimonio dell'Oliva Taggiasca attraverso la Denominazione di origine protetta (Dop).

«Negli anni '80, nelle campagne dell’entroterra di Imperia e Savona, si discuteva se fosse utile o meno fare la Doc del vino: alcuni sostenevano che si sarebbe andati incontro a costi burocratici e procedure noiose, altri che il vino lo sapevano fare loro senza che nessuno potesse pretendere di insegnargli, altri ancora che il vino e le uve si vendevano bene così. Perché crearsi un fastidio in più? Sappiamo, invece, come è andata a finire: fortunatamente ha prevalso la lungimiranza dei viticoltori più innovativi, coloro che avevano già avviato la valorizzazione del Vermentino, del Pigato, del Rossese e dell’Ormeasco, e avevano compreso il rischio che altri sfruttassero il nome dei nostri vini.    

«Si aggrapparono alla norma comunitaria, allora non così diffusa, e diedero origine alla Doc Riviera Ligure di Ponente. Merito di figure come Pippo Parodi, Maurizio Flavio, Lino Panero, Tommaso Lupi di Pieve di Teco ed altri grandi vecchi che, spingendo per quella scelta, hanno fatto l’interesse di tutti i produttori vitivinicoli. Dall’introduzione della Doc gestita dalla Camera di Commrcio il prezzo medio delle uve da vino si è mantenuto stabile su valori medi sempre superiori ad 1,60-1,70 euro al kg, per oltre trent'anni e sino ad oggi. Anche per il piccolo produttore che vende le uve. Allora vennero messe le basi per una piccola economia locale, oggi riconosciuta a livello nazionale ed internazionale, un'economia saldamente in mano ai trasformatori e ai produttori del territorio

«Eh già, perché da quando è entrata in vigore la Doc, chiunque voglia produrre e imbottigliare Pigato deve acquistare o produrre direttamente uve nel territorio di denominazione. Un territorio nel quale i produttori siamo noi, e non altri. Ed è evidente che il Pigato può essere solo Doc, nell’interesse, soprattutto, dei produttori. E addirittura se un viticoltore non vuole utilizzare la denominazione, lo imbottiglia come “Vino da tavola", senza avere neppure la possibilità di utilizzare un sinonimo. Cosa che, invece, sarebbe comunque possibile nel caso in cui l'Oliva Taggiasca ricevesse la Denominazione di origine protetta: di qui il nome possibile di Giuggiolina, che ha suscitato tante polemiche.

«Se vogliamo riflettere seriamente, ci rendiamo conto che tutto questo è nell’interesse soprattutto di chi coltiva le olive: le norme vieterebbero infatti ad altri produttori o operatori di fuori regione di continuare ad utilizzare le olive taggiasche legittimamente, ed in questo modo la nostra oliva andrebbe ad aggiungersi all'elenco di oltre 500 denominazioni protette che, già oggi, rendono il nostro paese il primo in Europa per numero di Dop.

«Se invece non riusciremo a difendere questo prodotto, sicuramente tipico del nostro territorio e che sta incontrando un momento favorevole, potrebbe accadere che tra alcuni anni, quando saranno cresciute le decine di migliaia di taggiasche piantate altrove in Italia ed in Europa, da quei territori dove saranno divenute tipiche del paesaggio parta un'altra e diversa iniziativa Dop che, a quel punto, costringerebbe noi a rincorrere, e a metterci quindi sulla difensiva, per non perdere la possibilità di commercializzare come taggiasche le nostre olive e come Taggiasco il nostro Olio, con tutti i vantaggi che ne conseguono.

«Non facciamoci raccontare favole, parliamo con i nostri colleghi produttori di uve Doc e chiediamogli come funzionano le cose, da oltre trent'anni, nel loro settore. E andiamo avanti decisi. Anche i trasformatori locali avranno un vantaggio “territoriale”. Evitiamo di farci la guerra in casa e pensiamo, piuttosto, a tutelarci dai "non liguri" che un domani si sentiranno minacciati dalla nostra Dop dell’Oliva Taggiasca».
 
Mirco Mastroianni 
presidente Cia di Savona
   
Osvaldo Geddo 
direttore Cia di Savona 



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