La spada di Damocle del
rischio siccità inizia a pendere sulla testa degli
agricoltori liguri e, in particolare, di quelli della
riviera di Ponente, dove un febbraio più piovoso della media, infatti, non è riuscito a compensare
un mese di gennaio straordinariamente asciutto, che ha visto cadere appena 2,6 millimetri di pioggia a fronte di una media del periodo di 72,9. A lanciare l'allarme
il direttore di Cia Liguria,
Ivano Moscamora, dalle pagine del Secolo XIX di domenica 24 marzo. Intervistato da Roberto Sculli, Moscamora prevede che «se la siccità dovesse proseguire per almeno un paio di settimane, inizieremmo ad avere problemi. Siamo al livello di pre-allerta».
L'edizione imperiese del Decimonono è tornata sull'argomento lunedì 25 marzo, dando la voce al
presidente provinciale Cia,
Stefano Roggerone: «Siamo in quella fase in cui l'ulivo "decide" se mandare le gemme a frutto. Quella alle porte dovrebbe essere un'annata di scarica ma le fronde degli ulivi sono belle e questo è un indicatore importante, che farebbe pensare a una buona risposta degli alberi e, quindi, a una stagione potenzialmente discreta». «Le scarse piogge invernali - proseuge Roggerone, nell'articolo firmato da Milena Arnaldi - e soprattutto la mancanza di acqua che sta caratterizzando questa primavera, potrebbero però compromettere il lungo cammino produttivo».
Proprio
Imperia, con appena 738 millimetri di pioggia caduti in tutto l'inverno,
è stata la località ligure più secca, ed il pericolo è che, presto, le falde entrino in una fase critica, mettendo
in crisi anche fiori e fronde: «In questo momento ci stiamo aggiustando con le innaffiature, ma il perdurare di questa situazione potrebbe determinare picchi di salinità nelle riserve che non fanno bene alle piante - riferisce
Mariangela Cattaneo,
vicepresidente di Cia Imperia e imprenditrice floricola -. Già non abbiamo avuto una bella stagione per i ranuncoli e una stagione media con prezzi al ribasso per mimosa e ginestre: a rischio, se non piove, sono anche girasoli, peonie, ruscus, eucalipto e in generale le fronde verdi».
(Fonti: Il Secolo XIX ed. Genova del 24/3 e Il Secolo XIX ed. Imperia del 25/3/2019)
Marco Gaviglio