Come già anticipato nei giorni scorsi dal presidente nazionale di Cia
Dino Scanavino e dal presidente di Cia Liguria
Aldo Alberto la prima tappa del roadshow per portare sul territorio
“Il Paese che vogliamo” si terrà
al Sassello lunedì 2 settembre. L'iniziativa, lanciata da Cia-Agricoltori Italiani nell'ultima assemblea nazionale, vuole richiamare l'attenzione sulle azioni ritenute non più rinviabili e necessarie al paese.
Dagli interventi di manutenzione delle infrastrutture alle politiche di governo del territorio, dallo sviluppo di filiere a vocazione territoriale a nuovi sistemi di gestione della fauna selvatica e ad una maggior coesione tra istituzioni ed enti locali per il rilancio delle aree interne in Europa: queste le urgenze individuate da Cia e ora oggetto di una serie di tavoli tematici, organizzati da Nord a Sud Italia, proprio nelle aree rurali e interne dove crescono criticità legate alla geografia del territorio e, soprattutto, ai ritardi in manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali.
Come detto, la prima tappa nazionale sarà proprio in Liguria, a Sassello, per un incontro interregionale che coinvolgerà anche gli addetti ai lavori e le istituzioni del vicino Piemonte. Ogni tavolo tematico del tour svilupperà il proprio focus sui cinque punti di riforma del Paese secondo la visione di Cia, coinvolgendo nel dibattito, di volta in volta, le rappresentanze istituzionali protagoniste a livello territoriale: dagli enti parco alle camere di commercio e alle associazioni di categoria per artigianato e turismo, telecomunicazioni, industria, distribuzione e trasporti, consorzi di bonifica, ma anche organi scolastici e sanitari, mondo scientifico e accademico di riferimento.
«Con questo progetto rappresentiamo le necessità e potenzialità delle aree rurali italiane. - spiega
Dino Scanavino, presidente nazionale Cia - Vogliamo provare a immaginare un sistema sociale ed economico che si muove all'unisono attorno ad un progetto da consegnare alla politica, dalla quale pretendiamo un'attenzione particolare e progettuale verso queste aree che hanno molto da dare al paese».
L’obiettivo del roadshow è quello di
attivare un confronto costruttivo a più voci che vada al di là degli obiettivi formali. Occorre, infatti, approfondire e dettagliare “Il Paese che vogliamo” con specifiche azioni di messa in sicurezza delle aree interne e più a rischio d’Italia, programmandone anche il futuro. Pianificare lo sviluppo di verde urbano e bioedilizia, passando per la
valorizzazione del presidio degli agricoltori, il contrasto al consumo di suolo, all’abbandono e allo spopolamento delle aree rurali e marginali, e la salvaguardia del patrimonio boschivo.
E ancora: favorire le reti d’impresa territoriali, nonché accelerare il piano di intervento sulla questione fauna selvatica, che ha assunto una dimensione insostenibile anche in termini di sicurezza nazionale e i cui danni accertati al settore agricolo ammontano ormai a 50-60 milioni di euro l'anno. Occorre quindi spingere la riforma radicale della legge 157/62 in materia, partendo dalla proposta presentata da Cia alle Istituzioni. Infine, se ben orientate, anche le risorse europee con la nuova Pac potranno sostenere il rilancio delle economie locali, mettendo assieme Fondi strutturali, incentivi e programmi di sviluppo territoriale.
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