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Le proposte di Cia per il rilancio della Valpolcevera e delle altre “aree agrometropolitane”


Semplificazione delle procedure burocratiche, multifunzionalità delle aziende e progetto agricolo di vallata: queste le principali proposte lanciate da Cia - Agricoltori Italiani per il rilancio della Valpolcevera e delle tante altre “aree agrometropolitane" che caratterizzano la nostra regione, e raccolte dai sindaci intervenuti al convegno organizzato lunedì 16 dicembre a Villa Serra di Comago, nel Comune di Sant'Olcese, nell'ambito del roadshow “Il Paese che vogliamo” promosso da Cia su scala nazionale.
 
L'iniziativa ha visto l'associazione chiamare a raccolta amministratori locali, operatori agricoli e giovani imprenditori, per evidenziare le principali criticità affrontate da chi voglia, oggi, intraprendere un'attività agricola e presentare alcuni casi di successo a cui ispirarsi. Al centro, come detto, le cosiddette aree "agrometropolitane", intendendo con questo termine quei territori né propriamente rurali, né del tutto urbanizzati che, in quanto tali, richiedono misure ed interventi specifici.
 
«Riteniamo che, in contesti ibridi come quello della Valpolcevera, proprio l'agricoltura e le attività ad essa connesse possano favorire l'integrazione fra commercio, artigianato, turismo e cultura. Quello di cui c'è bisogno, quindi, è un vero e proprio progetto agricolo di vallata, con cui rammendare un tessuto economico e sociale sempre più sfilacciato, come testimoniato, purtroppo, dal progressivo aggravarsi del fenomeno del dissesto idrogeologico, cui si è arrivati dopo anni di cementificazione e abbandono delle campagne», spiega il presidente di Cia Liguria, Aldo Alberto.

 
«Oggi ci troviamo di fronte ad un paradosso: la terra, anche se spesso incolta e abbandonata, non è facilmente disponibile per chi la voglia lavorare – aggiunge Ivano Moscamora, direttore regionale Cia –. Serve dunque consolidare la presenza agricola, ed in questo contesto i Comuni, in quanto riferimento amministrativo più prossimo alla popolazione, possono diventare, con il supporto progettuale delle organizzazioni di settore, dei veri e propri animatori di sviluppo».
 
Puntuali, in questo senso, le richieste avanzate da Cia e sulle quali l'associazione ha incassato la piena disponibilità dei sindaci: «Innanzitutto – prosegue Moscamora – riconoscere all’agricoltura il suo ruolo di presidio del territorio, con particolare riferimento alla possibilità di dare in affidamento alle aziende agricole opere di manutenzione ambientale e paesaggistica, secondo la logica della multifunzionalità».
 
«Affinché questo meccanismo virtuoso possa effettivamente innescarsi – conclude il direttore regionale Cia –, è però altrettanto necessario ricalibrare le troppo onerose normative igienico-sanitarie a misura delle piccole aziende, facilitare l’accesso al sistema delle agevolazioni - spesso enunciate, ma difficili da ottenere all'atto pratico - e sviluppare delle relazioni stabili tra gli attori della filiera, attraverso forme di aggregazione e cooperazione, quali la rete o il consorzio di imprese, e l’attivazione di una logica distrettuale».



Federica Crotti, presidente di Turismo Verde Cia Liguria, in materia di Tari ha chiesto ai sindaci di seguire l'esempio del Comune di Mignanego, che ha differenziato la tariffa sui rifiuti per gli agriturismi: «L’agriturismo, a differenza delle altre strutture, è soggetto a​ restrizioni e condizioni di esercizio uniche, tra cui un limite nei giorni di apertura e nel numero di pasti o presenze complessive annue, il che significa una​ diversa capacità contributiva​ rispetto agli alberghi. Per questo lo scorso inverno Cia si era appellata al Consiglio di Stato, ottenendo soddisfazione: ora le varie amministrazioni devono adeguarsi nel formulare una tariffa ad hoc, e in questo senso il Comune di Mignanego è stato capofila per quanto riguarda l'entroterra genovese».

«Per quanto riguarda le giornate di apertura, chiediamo venga rivista la norma che ci impone di comunicarne in anticipo il calendario - aggiunge Crotti -: in questo contesto economico, infatti, non è possibile rinunciare a delle prenotazioni perché in un dato periodo siamo chiusi e, al contrario, rimanere aperti quando non ci sono clienti».
 
A raccogliere le richieste avanzate dagli agricoltori, come detto, una folta platea di amministratori locali comprendente i sindaci di Campomorone, Giancarlo Campora; Serra Riccò, Angela Negri; Mignanego, Maria Grazia Grondona; e Sant’Olcese, Armando Sanna.

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