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Peste suina: caso a Roma scatena allarme nazionale. Cia Liguria: "Continua il rimbalzo di responsabilità"


Caso di cinghiale infetto nel parco dell'Insugherata nella capitale, dentro il raccordo anulare. L’allarme già più volte rilanciato da Cia Agricoltori Italiani in Liguria e Piemonte, ora si allarga.  
 
“I dati degli abbattimenti di cinghiali nella stagione venatoria 2020/2021 sono impietosi e per altro, poco difformi da quelli realizzati nella stagione precedente – sottolinea Stefano Roggerone, presidente di Cia Liguria -.  Capi da abbattere secondo le disposizioni regionali: 24.860; capi abbattuti da dato ufficiale della Regione Liguria 12.189 pari al 49,03%. Se consideriamo che le prede sono prevalentemente maschi, significa che avremo un 2022 , complici le limitazioni dell’ attività venatoria, dovute alla pandemia e alla PSA, ove assisteremo ad una esplosione di presenze di cinghiali, nei nostri boschi e di conseguenza nelle nostre coltivazioni”.
 
Una situazione intollerabile, che diviene persino grottesca se si pensa che a fronte di danni crescenti, dell’emergenza peste suina, di rischi sempre più frequenti per l’incolumità pubblica e la viabilità, la situazione è pressoché congelata.
 
“Non sentiamo parlare di piano di abbattimenti , però sentiamo parlare di recinzione di mezza Liguria, sulla cui efficacia abbiamo non pochi dubbi e il caso di Roma sta lì a confermarlo – prosegue Stefano Roggerone -. Non abbiamo ancora capito se il Commissario Straordinario ha davvero poteri  e può  incidere  concretamente, non abbiamo visto un Euro di rimborso ne sappiamo se il “mancato allevamento” cui siamo costretti, verrà in qualche modo risarcito”.
 
Una condizione assurda dove non si percepisce chi deve fare cosa e quando, con un rimbalzo di responsabilità che definire assurdo è un complimento.
 
“Per questo chiediamo con forza alla Regione di convocare urgentemente un incontro alla presenza del Commissario – conclude il presidente di Cia Liguria -. con tutti i soggetti interessati  a partire dalla Organizzazioni Agricole, fino alle rappresentanze di Cacciatori, per conoscere con chiarezza il cronoprogramma delle azioni che si intendono intraprendere, le risorse a disposizione. Non è più tollerabile questa costante situazione di rinvio senza certezze sulla ripresa della normale attività, della esistenza o meno dei rimborsi, della messa in atto del piano di abbattimenti”. 



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