"Approfondita la questione a livello nazione e locale l’Anp-Associazione nazionale pensionati di Cia è seriamente preoccupata per la possibilità di accesso alla pensione di cittadinanza per i coltivatori diretti". Così esordisce Anne Maria Allavena, presidente ANP CIA Imperia, parlando di possibili effetti che possono avere alcune misure sulle pensioni minime agricole.
Da una prima lettura il decreto parrebbe escludere i pensionati agricoltori, molti dei quali percepiscono un trattamento minimo di appena 513 euro, garantendo, invece, a chi non ha versato contributi, assegni d’importi superiori. Chi ha lavorato una vita in agricoltura, versando i contributi regolarmente, rimarrebbe, con una pensione ben al di sotto della soglia indicata dalla Carta sociale europea ovvero 650 euro/mese, che corrispondono al 40% cento del reddito medio nazionale. I parametri ISEE impedirebbero al coltivatore pensionato di accedere al nuovo trattamento pensionistico.
Il solo fatto di possedere terreni agricoli - floricoli, un magazzino agricolo, la casa di abitazione è esente il coltivatore supera il valore del patrimonio immobiliare previsto dall’ISEE (30.000,00). Anche in questo caso, emerge per l’ennesima volta, come per l’IMU la questione dei valori catastali altissimi che, per i terreni floricoli producono un aumento smisurato del valore immobiliare. Chi ha versato per 35/40 anni di contributi, con il proprio lavoro ha custodito e tutelato il territorio dall’abbandono e dal dissesto, ancora una volta non sarà premiato ma sarà ulteriormente penalizzato.
A questa penalizzazione si aggiunge l'impossibilità per gli agricoltori di accedere all'Ape social, ovvero andare in pensione a 63 anni di età con 36 anni di contributi, perché anche con questo Decreto l'agricoltura non verrebbe riconosciuta tra i lavori gravosi e usuranti.
"Questo scenario se confermato - afferma Allavena - dimostrerebbe la validità della proposta portata avanti a livello nazionale che mira a determinare criteri di equità tra i pensionati. La Cia propone, infatti, di istituire una pensione base per tutti, cui vada aggiunta la quota ottenuta con il calcolo dei contributi versati.
Auspichiamo che in sede parlamentare siano apportati i dovuti correttivi al provvedimento legislativo e confidiamo in un intervento del Ministro dell’Agricoltura, attento alle problematiche del settore"