Il Paese che vogliamo? La prima risposta, la prima serie di risposte, arriveranno dalla Liguria. Da Sassello dove
Cia Liguria e
Cia Piemonte riuniranno
lunedì 2 settembre agricoltori, esperti, operatori turistici, associazioni di categoria, istituzioni (
scarica il programma allegato). Tutti intorno a un tavolo, anzi, a
quattro tavoli tematici per confrontarsi su
Infrastrutture, Governo del territorio, Filiere a vocazione territoriale, Sistemi di gestione della fauna selvatica, Enti locali e politiche europee.
Nel pomeriggio la presentazione del progetto nazionale
"Il Paese che Vogliamo" che, dopo l’appuntamento ligure, proseguirà in tutta Italia.
A seguire la presentazione dei principali risultati elaborati dai tavoli tematici.
Quindi la tavola rotonda conclusiva con:
Daniele Buschiazzo | Sindaco di Sassello
Sonia Viale | Vicepresidente Regione Liguria
Fabio Carosso | Vicepresidente e Assessore Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Montagna, Foreste, Parchi, Enti locali - Regione Piemonte
Stefano Mai | Assessore Agricoltura Regione Liguria
Marco Protopapa | Assessore Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca - Regione Piemonte
Mons. Marco Granara | Presidente. Fondazione Antiusura Santa Maria del Soccorso – Genova
«Lavoriamo per un piano agroindustriale strutturato, capace di creare fino a 100mila nuovi posti di lavoro generando pil e ricchezza – spiega
Dino Scanavino,
presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, che concluderà i lavori -. L'agricoltura è in controtendenza, cresce per livelli di produzione e occupazione, ma il paese è fermo e, per farlo ripartire, serve un piano che lo doti di infrastrutture e reti adeguate, a partire dai territori».
Soprattutto quelli interni che in Liguria, ad esempio, rappresentano una straordinaria risorsa.
«I diversi tavoli di confronto ci permetteranno di capire difficoltà e opportunità sia dal punto di vista economico che sociale delle zone rurali – sottolinea
Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -. Sono aree preziose che rischiano nel tempo di diventare marginali. Metterle al centro dell’attenzione con iniziative di questo tipo, è un primo tassello per ripensare al “Paese che vogliamo” partendo da tante piccole comunità che possiamo rilanciare».