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Gli Agrichef di Cia Agricoltori Liguria fanno scuola. All’Istituto Alberghiero Giuseppe Casini arrivano i piatti degli agriturismi


 Gli Agrichef di Cia Agricoltori Liguria fanno scuola. E insegnano agli studenti dell’ Istituto Alberghiero Giuseppe Casini della Spezia cosa significa valorizzare i migliori prodotti alimentari del territorio e trasformarli sulla base di antichi e tramandati ricettari.
“E’ quello che fanno ogni giorno i nostri agriturismi, è venuto il momento di spiegarlo anche ai giovani che studiano per crearsi  un futuro in cucina – spiega Federica Crotti, presidente Turismo Verde Cia Liguria -.  Grazie a questi incontri i ragazzi respirano il profumo buono della cultura culinaria del territorio, capiscono come è possibile lavorare prodotti  locali, riscoperti e selezionati per poter dare emozioni al palato e risvegliare sensazioni del passato. Nel corso dei tre incontri possono conoscere da vicino le peculiarità degli agriturismi,  un’attività complementare dell’azienda agricola all’interno del quale si offre ospitalità e/o ristorazione”.
Il progetto è decollato grazie all’impegno da una parte delle dirigente scolastica Prof.ssa Sara Cecchini che ha coinvolto il corpo docente, i professori Stefano Ferrarini e Silvia Molinu, mettendo a disposizione aule e cucina. Dall'altra di Francesco Moscatelli dell’agriturismo MammaChica di La Spezia che ha coordinato gli interventi. 
Così gli studenti hanno potuto sperimentare tra i fornelli che cosa significa fare l’Agrichef con Simone Azaghi dell’Agriturismo “Il filo di paglia” di Carro, frazione di Pavareto, con Guido Galletti dell’Ittiturismo SP4488 di Corniglia, e con Stefano Pisculli dell’Agriturismo La Lupa di Vezzano Ligure.
“L'obiettivo di questo percorso è trasferire il sapere ai ragazzi usando ricette personali o familiari o ricette specifiche del singolo paese di provenienza – conclude Federica Crotti -. Si sta tornando infatti a scoprire antiche varietà di prodotti di zone specifiche con le relative ricette magari tramandate per generazioni oppure reinventate. Senza dimenticare la cucina del riuso , la cosiddetta cucina povera che ha tradizionalmente fatto nascere ricette conosciute ora da tutti e che la tradizione contadina, attraverso le ricette familiari e le peculiarità gastronomiche regionali e locali, ha mantenuto viva fino ai giorni nostri.
Le ragazze e i ragazzi hanno così la possibilità di imparare un altro tipo di cucina per diversificare il proprio sapere, aggiungendo un ingrediente fondamentale al loro percorso formativo”.


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