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Il pesto genovese si candida a patrimonio UNESCO


Dopo i Palazzi dei Rolli e le Cinque Terre, anche il pesto genovese può diventare Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità dell'Unesco.
La proposta viene dall'Associazione culturale Palatifini, organizzatrice del Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio ed è condivisa anche da Regione Liguria, Camera di Commercio,Comune di Genova e naturalmente da CIA Liguria.
L’annuncio dell’avvio di procedura per la richiesta avverrà lunedì 19 gennaio alle ore11,00 con un evento pubblico che si terrà al Palazzo della Borsa al quale interverranno Angelo Berlangieri, assessore al Turismo della Regione Liguria, Carla Sibilla, assessore al Turismo del Comune di Genova e Paolo Odone, presidente Camera di Commercio di Genova. In quest'occasione verrà reso noto l’elenco di Enti, organizzazioni, associazioni culturali e del comparto eno-gastronomico che sosterranno l’iniziativa.
"Tra queste anche CIA Liguria - ribadisce Aldo Alberto, presidente CIA Liguria - perché non c'è pesto senza basilico. Il prodotto sta accrescendo il proprio peso nel panorama produttivo dell'agricoltura ligure: circa 110 ettari coltivati di cui 80 in pieno campo e 30 in superficie protetta e di questi circa 70 (45 in pieno campo e 25 in serra) destinati alla produzione di Basilico DOP.
Un settore in espansione quindi, grazie anche al crescente successo del pesto, ma che sta vivendo un momento estremamente delicato a causa dei consistenti costi di produzione - anche se in questa fase la caduta del prezzo del petrolio può dare una boccata d'ossigeno - e soprattutto delle difficoltà dovute all'avvento di una particolare fitopatia la Peronospora, belbahrii, che sta falcidiando molte delle nostre produzioni".
CIA è attiva su più fronti sostenendo la ricerca degli istituti quali il CERSA di Albenga, che sono impegnati nel mettere a punto un sistema di difesa articolato che - utilizzando diversi mezzi di contrasto alla fitopatia dalle tecniche di coltivazione alla selezione di varietà resistenti, dal trattamento del seme all'intervento sulla coltivazione - privilegia modalità a basso impatto ambientale.
"I risultati non sono al momento risolutivi, ma le tecniche messe a punto fanno sperare in un consistente contenimento degli effetti negativi della peronospora sul basilico - interviene
Ivano Moscamora, direttore CIA Liguria - . A sostegno di questo percorso CIA ha prodotto di concerto con il Giovanni Minuto, direttore CERSA, un semplice manuale di buone pratiche utili a contenere il danno provocato dalla Peronospora. Bene quindi le azioni di valorizzazione del pesto come indiretta azione di promozione del nostro prodotto unico ed inimitabile: il Basilico DOP".




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