
Parte la vendemmia ma
la produzione di vermentino, sulle colline bolanesi nello spezzino,
quest'anno è a rischio. Non passa giorno senza che vi siano
danni da parte degli ungulati. Un esempio di quanto sta accadendo in tutta Liguria, uno dei tanti esempi che Cia Liguria ha presentato in questi mesi nelle riunioni con gli amministratori pubblici.
«La situazione è ormai ingestibile - spiega
Paolo Ricciardi, presidente della cooperativa "I Castelli di Bolano" associata a Cia Liguria -.
La vendemmia è cominciata e partiamo con una danno di base tra il 5% e il 10%. Su 500 quintali di uva diventa un dato insostenibile che si va ad aggiungere alle perdite degli anni passati con molti agricoltori che hanno abbandonato i terreni perché scoraggiati dai danni».
Da queste parti non ci sono grandi fondi agricoli, sono tutti piccoli vigneti, difficili da difendere. La vendemmia proseguirà fino al 20 settembre. «
Il sistema oggi in uso non funziona - prosegue Ricciardi -. Le squadre sono legate al territorio, non c'è più rotazione, non c'è selezione e repressione vera. Questa legge crea riserve di caccia, il divertimento dei cacciatori diventa più importante della fatica degli agricoltori. Il risultato è che i cinghiali rompono tutto, devastano i prati sotto gli ulivi, scorrazzano sulle rotatorie stradali.
Non possiamo pensare di estinguere i cinghiali, ma vanno controllati come tutti gli altri animali selvatici, conigli e lepri che invece sono numerosi nella bassa parte del fiume».
Possibili soluzioni ? «Basta copiare dalle regioni vicine come la Toscana - conclude il presidente cooperativa
"I Castelli di Bolano" -. La caccia aperta al capriolo è già aperta, tra poco si apre quella al cinghiale. Sulle squadre di selezione dei cacciatori invece va operato un controllo accurato: chi non fa bene, viene escluso.
Il vero custode del territorio è l'agricoltore, la Regione deve riconoscerlo».